Le icone delle Feste Mobili

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Milea
view post Posted on 9/9/2010, 18:53 by: Milea     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Le icone delle Feste Mobili


Le feste mobili sono quelle che non ricorrono annualmente ad una data fissa del calendario, ma la cui data è legata al ciclo della Pasqua. Ricordano quasi tutte eventi della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.


Prima domenica di Quaresima - dell'Ortodossia


La prima domenica di Quaresima la Chiesa Bizantina festeggia il trionfo dell'Ortodossia, ovvero il ripristino del culto delle immagini, dopo l'eresia e le lotte iconoclaste, proclamato dal Concilio di Costantinopoli, convocato sotto l'imperatrice Teodora nel 843.

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Trionfo dell'Ortodossia, Costantinopoli 1400 ca.



L'icona della festa rappresenta la grande processione svoltasi l' 11 marzo 843 dalla chiesa delle Blacherne a S. Sofia.Al centro due angeli sorreggono l'Odigitria, la veneratissima icona del monastero di Odegon, palladio della Città.A sinistra è raffigurata l'imperatrice Teodora con il figlio Michele III.A destra è il patriarca Metodio. Nelle icone è raffigurato anche il patriarca Tarasio sulla cui richiesta, l'imperatrice Irene nel 787, aveva convocato il concilio di Nicea in cui si era avuto la prima condanna dell'eresia.

Terza domenica di quaresima



A metà del cammino quaresimale - III di Quaresima - la Chiesa ci propone una domenica dedicata alla SS.ma Croce.


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Esaltazione della Croce



La festa non ha una specifica icona, generalmente viene utilizzata quella del 14 settembre. Il patriarca Macario, su di un pulpito, eleva la Croce. Elena, la madre dell'imperatore Costantino la venera. Dei diaconi recano candele ed incensiere.Sullo sfondo appare la chiesa dell'Anastasis in Gerusalemme eretta da quell'imperatore.

Sabato di Lazzaro



La Grande Quaresima bizantina termina il venerdì precedente la Domenica delle Palme. I due giorni successivi, nella cui officiatura i cui due motivi della resurrezione di Lazzaro e dell'entrata di Cristo in Gerusalemme si fondono, segnano l'inizio del periodo della Passione. L'iconografia bizantina si basa sostanzialmente sui Vangeli canonici. La parte superiore della scena è dominata da due massicci montuosi con le consuete rispettivamente due e tre cime. Alla confluenza di essi sorge una città. Si tratta ovviamente di Betania, ma lo scopo della rappresentazione è quello di mostrare che la scena si svolge fuori dalle mura.


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Resurrezione di Lazzaro, Cipro XII sec.



Il gruppo degli Apostoli è compreso nell'area del monte di sinistra ed essi sembrano uscire da una sua spaccatura. Sono gli illuminati, coloro che hanno avuto modo di ascoltare la Parola del Signore: sono usciti dall'antro della morte e sono risorti assieme a Cristo.




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Resurrezione di Lazzaro, Kastoria 1400 ca.



In primo piano nel gruppo degli apostoli delle tre icone è rappresentato Pietro. Un altro gruppo è costituito dagli ebrei, usciti dalla città e che guardano con meraviglia Cristo, ignorando quasi Lazzaro. Questi, avvolto nelle bende funebri, esce dal sepolcro, scavato nella montagna.


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Resurrezione di Lazzaro, Creta XVI sec.



Al centro della scena il Cristo con la mano destra nell'atto della benedizione. Egli veste la tunica rossa avvolta nel mantello blu, la natura umana cinta dalla divinità. Il rotolo che reca in mano è il chirografo del peccato, il rotolo cioè in cui sono indicati i nostri peccati.Le due donne in primo piano, ai piedi di Gesù sono ovviamente le due sorelle di Lazzaro: Marta e Maria.

Entrata di Gesù a Gerusalemme - Domenica delle Palme



Si tratta di una festa molto antica di origine gerosolimitana. La descrive nel IV sec. Egeria nel suo diario. Nella sua descrizione appaiono i bambini tutti, anche quelli che ancora non sanno camminare, che recano e agitano rami di palma o d'ulivo. Lo schema iconografico è anch'esso antico. Appare già consolidato nel VI. sec.
Il manuale per eccellenza dell'iconografia bizantina (Dionisio di Furnà XVIII sec.) così codifica la scena:
"Una fortezza ed al di fuori un monte e, seduto su un somarello, Cristo che benedice e, dietro, gli apostoli e davanti a Cristo sul monte un albero e sull'albero alcuni fanciulli rompono rami e li gettano a terra; e un altro fanciullo che sale e guarda in basso Cristo; e sotto il somarello ancora fanciulli, alcuni portano rami, altri si pigiano, altri distendono vestiti, altri gettano rami di palme sotto i loro piedi; e fuori della porta della fortezza giudei, uomini e donne, che tengono sulle braccia e sulle spalle fanciulli portanti anch'essi rami, mentre altri guardano Cristo dalle mura e dalle porte laterali della fortezza."


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Entrata di Cristo a Gerusalemme, Teofane Cretese, 1567



La montagna che appare di fronte alla città è il Monte degli Ulivi. L'asino, oltre che un compimento della profezia rappresenta l'elemento istintivo, materiale dell'uomo. Cristo lo cavalca, come lo spirito deve cavalcare la materia. La palma al centro dell'icona è immagine del Cristo che colma il vuoto tra il monte di Dio, la Divinità e la città, l'umanità. Cristo è seduto sull'asino come su un trono; non guarda la città che pure l'accoglie in trionfo, sa che di lì a pochi giorni lo rinnegherà.


Lunedì, martedì, mercoledì della Grande e Santa Settimana



L'icona esposta in questi primi tre giorni della Settimana Santa prende il nome dall'officiatura che li caratterizza, quella del Nymphios (Sposo).

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Nymphios, Asaad Bawardi

"Mi hanno spogliato delle mie vesti,
mi hanno rivestito di una clamide scarlatta;
hanno posto sul mio capo una corona di spine,
e mi hanno messo nella destra una canna:
perché io li spezzi come i vasi del vasaio.
(Dall'Ufficio della Passione.)



Giovedì Santo

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Lavanda dei piedi, Sinai


La lavanda dei piedi: "Niptir" in greco è rimasta in uso come ufficiatura soltanto nei monasteri ed in qualche cattedrale, ma è uno degli eventi commemorati in questo giorno.

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Lavanda dei piedi, Teofane Cretese, XVI sec.



Gesù è raffigurato in genere nell'atto in cui si accinge a lavare i piedi di Pietro, mentre questi si schermisce.

L'icona dell'Ultima Cena


L'icona dell'Ultima Cena - del Mistico Convito "misticou deipnou" secondo la denominazione tradizionale - è di solito una delle icone permanenti dell'iconostasi. E' posta al di sopra della porta bella ed assume così un doppio significato.


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Il Mistico Convito, Vatopedi 1312



Non solo ci ricorda che la porta bella è il luogo in cui viene distribuita l'Eucarestia ai fedeli, ma è sullo stesso asse, materiale e simbolico, che partendo dalla rappresentazione dell'Incarnazione - la scena dell'Annunciazione è spesso posta sulla porta bella - attraverso la Cena stessa si eleva al Crocifisso che corona la sommità dell'iconostasi stessa, sino a giungere al Cristo Pantocratore che campeggia nella sommità del catino absidale o della cupola della chiesa bizantina ideale.

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Il Mistico Convito, Vatopedi XIV sec.



La rappresentazione, di origine antica, è basata sui Vangeli canonici e coglie un momento ben preciso dell'evento, non la Frazione del Pane, ma il momento in cui il prossimo tradimento di Giuda viene rivelato. Sino al XIII sec. il Cristo si trova a sinistra della scena, dal XIV in poi occupa generalmente il centro. In entrambi i casi è mostrato di fronte, seduto in trono. La tavola è circolare o a forma di ferro di cavallo. Tra i discepoli ritratti in vario atteggiamento spiccano Giovanni, il prediletto, quasi coricato sul petto di Gesù, mentre gli chiede di indicare chi lo tradirà, ed il traditore stesso che si rivela, semicoricato sulla tavola per raggiungere nella sua avidità la coppa al centro della tavola.

Venerdì Santo

Si commemora la crocifissione, morte e sepoltura di Cristo.


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Crocifissione. Bisanzio XIV sec. Retro della cardiotissa Pafsolype.



La scritta riportata sul cartiglio della croce non è quella usata in occidente e citata dagli Evangelisti, bensì "O Vasileus tis doxis", "Il Re della Gloria"

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Crocifissione con Santi, Costantinopoli, XII sec.



Ai piedi della croce e bagnato dal sangue che cola dalle ferite è posto spesso un cranio scarnito, quello stesso che ha dato il nome Calvario al monte. E', secondo una antica tradizione riportata dagli Apocrifi, quello di Adamo che così viene riscattato dalla sua colpa. Questa tradizione è nota anche in occidente ove appare in raffigurazione della Crocifissione anche moderne.


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Crocifissione, Sinai, VIII sec.



La croce è sempre affiancata da Maria e Giovanni, talvolta sono presenti angeli che piangono la morte del Salvatore ed altri personaggi, tra cui i due ladroni, i soldati romani.


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Crocifissione, Teofane Cretese, 1567


Sabato Santo



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Compianto sul Cristo morto, Sinai



Le icone del sabato santo possono rappresentare alcuni eventi del giorno: la deposizione dalla croce, più spesso il compianto sul Cristo morto - Epitaphios Trinos - con la disperazione delle pie donne, del discepolo prediletto, di Giuseppe di Arimatea e delle schiere angeliche. Più spesso l'iconografia ci presenta nelle sue varianti il Cristo morto che si eleva dalla tomba, sostenuto talvolta dagli angeli, o dalla Madre, con o senza lo sfondo della croce.
Questa raffigurazione prende il nome di "Uomo dei dolori" o "Grande umiltà": agra tapeinosis.



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Grande umiltà, Bisanzio XIV sec..



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L'uomo dei dolori, inizio XV sec.



Sotto è raffigurata una variante di "Grande umiltà", in cui la figura di Cristo si erge non dalla tomba, ma da un calice:



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Grande umiltà, sportello di tabernacolo
Aleppo XVIII sec.



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Pietà, E. Tzanes, 1657



Talvolta la scena è più prossima a raffigurazioni occidentali, il Cristo è semi coricato sul grembo della Madre in una vera e propria "Pietà"

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In alto in trono,
e in basso nella tomba,
tale ti contemplarono, o mio Salvatore,
gli esseri celesti e quelli sotterranei,
sconvolti dalla tua morte:
poiché tu, oltre ogni comprensione,
ti mostravi morto e suprema origine di vita.
(Tropario dall'ode 1 dell'Orthros del Santo e Grande Sabato)

Fonte



Edited by Milea - 30/7/2021, 16:05
 
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