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Rilievo cultuale
della Dea Lilith
XIX-XVIII sec. A.C. Londra, British Museum
Il Rilievo cultuale della Dea Lilith è un altorilievo di terracotta, di probabile fattura paleobabilonese. Alto 50 cm, fa parte della collezione Norman Colville al British Museum di Londra. Prende il nome dal suo scopritore, ma è stata soprannominata anche Regina della Notte (Queen of the Night in inglese) durante una mostra nel 2003.
Raffigura una divinità alata con zampe e artigli d'aquila, con a fianco dei gufi e due leoni sotto le sue zampe. Ma oltre al suo particolare soggetto, il rilievo è notevole per le sue dimensioni, eccezionali per il tipo di produzione fittile. Gli aspetti decisamente votivi dell’opera permettono di ipotizzare una sua originaria collocazione presso qualche tempio minore, accanto a statue di fedeli e altri simulacri divini.
La placchetta doveva essere connessa a qualche aspetto funebre, dove la figura della dea assumeva prioritaria importanza come protettrice dell’aldilà, del passaggio a un’esistenza peggiore dominata da demoni e mostri.
La coroplastica paleobabilonese assume significativa importanza, non solo per la realizzazione assai accurata, ma anche perché permette di riconoscere una produzione parallela all’arte ufficiale (statuaria reale in pietra, rilievo celebrativo e/o commemorativo del sovrano).
Le montagne su cui si erge la dea sono da identificare come uno dei luoghi delle teofanie infere. Le placchette in argilla hanno, nella dea femminile alata spesso identificata con la dea degli inferi Lilith, uno dei soggetti più celebri. La dea, forse da riconoscere in Ereshkigal, reggente dell’aldilà, è raffigurata con gli artigli da rapace, associata a leoni e alla civetta; impugna il listello e la corda, strumenti di giustizia, usati come simbolo per misurare la rettitudine umana e per determinare il destino dei mortali. (M.@rt)
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