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Testa di medusa,1599 olio su tela applicata su tavola 60×55 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Fra tutte le opere di Caravaggio, questa ha probabilmente la funzione più singolare. Eseguita su richiesta del cardinal Del Monte, e da questi inviata a Firenze, è infatti dipinta su una tela che riveste un disco di legno di pioppo: si tratta di una “rotella”, vale a dire di uno scudo da parata, che doveva completare in modo impressionante l’armatura di gala del granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici. Alle soglie del Seicento, con i progressi delle armi da fuoco individuali, le corazze non avevano più quasi alcuna funzione protettiva, e venivano indossate praticamente solo in occasioni ufficiali, in parate, cerimonie, incontri internazionali.
Lo scudo rotondo era considerato una delle parti più importanti delle armature di gala: ne restano molti esemplari, in metalli sbalzati, in cuoio impresso e più raramente, come in questo caso, dipinti. Caravaggio individua nella tradizione classica, l’occasione per affrontare il prediletto tema della testa tagliata: secondo il mito, la testa mostruosa di Medusa , il cui sguardo terribile era capace di impietrire i nemici trasformandoli in statue, era stata mozzata con uno stratagemma da Perseo per decorare come trofeo lo scudo della dea Atena.
Alla smorfia di dolore di Medusa sconfitta, Caravaggio attribuisce un’insolita forzatura retorica: un critico ottocentesco - che, secondo le consuetudini estetiche del periodo, amava poco il realismo di Caravaggio - ironizzava sul fatto che questa espressione esagerata sarebbe stata più adatta ad una persona a cui si cava un dente.
Il motivo della bocca spalancata in un grido di spavento ritornerà in altre opere, come nell’Oloferne decapitato da Giuditta, nel Sacrificio di Isacco conservato agli Uffizi e nel chierichetto urlante del Martirio di San Matteo. Un dettaglio sgradevole, ma che Caravaggio riprenderà ancora, è l’apparire di denti radi e malcurati nella bocca spalancata di Medusa.
Le viscide, insidiose, vivaci spire delle serpi e delle vipere attorcigliate sono invece un precedente per il demoniaco serpente schiacciato dai piedi di Maria e di Gesù nella Madonna dei Palafrenieri e accrescono il fascino macabro del dipinto.
Lo sguardo raggelante della mostruosa Gorgone aveva mantenuto il potere di trasformare in pietra chiunque lo incrociasse anche dopo la morte.
Importantissimo il dettaglio del sangue che sgorga dal collo mozzato di Medusa. Secondo la leggenda, il sangue rappreso si sarebbe trasformato in corallo e questo spiega la compattezza coagulata e ben poco fluida delle pennellate di Caravaggio. Secondo un’altra tradizione, come il veleno dei serpenti il sangue di Medusa aveva l’ambiguo potere di dare la morte oppure, in dosi giuste, di guarire. (M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 12:54
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