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Martirio di san Matteo,1599-1600 olio su tela, 323x343 cm Roma, San Luigi dei francesi, Cappella Contarelli
Senza le opere religiose, senza affrontare il quadro di storia, Caravaggio sarebbe rimasto un bravo, eccentrico pittore di genere e ben poco avrebbe potuto incidere nelle grandi innovazioni della pittura che, maturate lungo il Seicento, sarebbero pervenute al mondo moderno. Grazie ancora una volta all’interessamento del cardinale Del Monte, Caravaggio ottiene nel 1599 l’incarico che cambia radicalmente il suo status di pittore di artista, da pittore “pittore”, specializzato in tele per collezionisti, ad autore “ pubblico “ di grandi scene sacre per gli altari.
Gli viene affidato il compito di dipingere le due scene laterali e la pala d’altare per la Cappella del cardinale Mathieu Cointrel ( italianizzato Matteo Contarelli) nella chiesa di San Luigi dei Francesi. Da diversi anni i lavori languivano: anche il Cavalier d’Arpino era stato coinvolto nell’impresa, ma si era limitato ad affrescare la piccola volta della cappella, rimasta incompiuta.
Il ciclo della cappella Contarelli, composto da tre tele eseguite tra il 1599 e il 1602, costituisce la più vasta e organica commissione affrontata dall'artista: la storia tormentata dell’esecuzione (la prima versione della pala d’altare rifiutata, i moltissimi pentimenti e i cambiamenti compositivi evidenziati dalle radiografie, soprattutto nel Martirio di san Matteo) sottolineano il difficile iter creativo e lo sforzo di Caravaggio di liberarsi dagli ultimi retaggi tardo cinquecenteschi per innovare profondamente la pittura sacra, trasferita sul piano della realtà umana e affidata alle emozioni suscitate dalla luce.
Il Martirio è la tela eseguita per prima, insieme alla versione della pala d’altare rifiutata e rimossa: una brutale esecuzione, con il sicario che irrompe in chiesa per trafiggere il sacerdote, facendolo rotolare giù dai gradini dell’altare durante la Messa. L’assassino grida; San Matteo, caduto a terra, geme; un chierichetto fugge urlando; la gente si ritrae, scappa. Intorno al martire si fa il vuoto, in chiesa cala l’orrore.
Da un fiocco di nuvole si sporge un angelo solitario, che, con una strana torsione, cerca di porgere al santo un ramo di palma, simbolo del martirio e dell’immediata ammissione in Paradiso.
Una candela accesa richiama la presenza dell’altare, presso il quale Matteo stava celebrando Messa: la patetica fiammella accesa è una nota delicata proprio nel cuore dell’azione violenta.
Il carnefice seminudo esibisce un fisico poderoso: urlando, ha già ferito il santo e si presta a trafiggerlo di nuovo. Gli afferra la mano, levata in alto, per chiedere pietà, in un debole e istintivo tentativo di difesa o forse protesa verso la palma portata dall’angelo.
Il personaggio che interpreta Matteo è lo stesso modello della pala d’altare, in cui l’evangelista scrive sotto la dettatura dell’angelo. E’ un uomo maturo, con la barba folta e l’alta fronte calva e compare in varie opere di Caravaggio datate subito dopo l’anno 1600.
Sul fondo, a sinistra, affiora un trentenne pallido, con un pizzetto nero e le sopracciglia aggrottate: è Caravaggio. ( M.@rt)
Edited by Milea - 1/8/2021, 15:17
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