Posts written by Kolisch11

view post Posted: 10/5/2013, 18:54     +1Il pallone-balena nel cielo sopra CANBERRA - NEWS


Il pallone-balena
nel cielo sopra Canberra


Fa discutere la balena che vola nel cielo sopra Canberra. L'opera, realizzata da Patricia Piccinini, famosa per le sue sculture mostruose, è stata commissionata per celebrare i 100 anni della capitale australiana. Il pallone gigante, però, divide l'opinione pubblica. Qualcuno la definisce una grandiosa opera d'arte, ma per i più è inquietante e orribile: ''Un inutile spreco di denaro pubblico" (è costata 133mila euro). Secondo Piccinini "Skywhale" (la balena nel cielo, che ricorda anche una tartaruga o un pappagallo ) vuole rappresentare "la meraviglia e la natura" e suscitare un "senso di stupore" in chi la osserva. L'opera - lunga 34 metri e alta 23 - è stata esposta alla Biennale di Venezia e al Victoria and Albert Museum di Londra. Per realizzarla ci sono voluti sette mesi di lavoro, 16 persone e 3 chilometri e mezzo di tessuto. Il pallone prenderà il volo lunedì prossimo.

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view post Posted: 29/3/2013, 19:58     +1L'immagine del giorno - NEWS


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Cure materne:
Una leonessa si prende cura dei suoi cuccioli nati due mesi fa allo Zoo di Budapest.

view post Posted: 18/3/2013, 23:03     +1Conclave: fumata bianca E' stato eletto il nuovo Papa - NEWS


Papa Francesco:
pranzo con la presidente argentina.


Per gli Stati Uniti arrivato il vicepresidente Joe Biden. L'argentina Kirchner è stata la prima a incontrare Francesco: "Sa di dover cambiare molte cose in Vaticano, gli ho chiesto di intercedere per le Malvinas". Polemiche per la presenza del dittatore dello Zimbabwe. Prima della messa di inizio pontificato, domani, Francesco riceverà il pallio e l'anello.

Arrivano alla spicciolata, i capi di Stato e di governo. Sono oltre 130 le delegazioni attese domani per la cerimonia di inizio pontificato di Papa Francesco. Molti leader ne approfittano per incontri bilaterali, a Roma. E' il caso del primo vicepresidente cattolico della storia americana Joe Biden (ma alla Casa Bianca ci fu anche John Kennedy). A Roma da ieri sera, Biden ha incontrato tra gli altri il capo dello Stato Giorgio Napolitano. La presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner è stata la prima a essere ricevuta da Bergoglio, nonostante i rapporti tra i due siano sempre stati difficili. Un incontro a Santa Marta, la residenza interna al vaticano in cui il nuovo pontefice continua ad alloggiare. Un faccia a faccia seguìto da un pranzo tra i due. "Sa di dover cambiare molte cose in Vaticano", ha detto la Kirchner alla fine. "E gli ho chiesto di intercedere nel dialogo con Londra sulle Falklands". Scatena polemiche intanto la presenza a Roma del dittatore Robert Gabriel Mugabe, presidente dello Zimbabwe che è considerato persona non gradita - sia nell'Ue che negli Stati Uniti - e ha il divieto di viaggiare in Europa fatta eccezione per gli "obblighi religiosi".

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Tra gli altri leader attesi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier francese Jean-Marc Ayrault, e il duca di Gloucester, in rappresentanza della cugina, la regina Elisabetta. Il Papa domani lascerà Santa Marta alle 8.50. Compirà un lungo giro tra la folla, per consentire a tutti di vederlo e salutarlo. Poi l'ingresso nella basilica: i patriarchi orientali cattolici accompagneranno Francesco dalla sacrestia alla tomba di Pietro, nelle Grotte Vaticane. Qui saranno preparati l'anello del pescatore e il pallio, i due segni del ministero petrino. Successivamente il pallio, lo stesso di Benedetto XVI, sarà consegnato al Papa dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran. Un altro cardinale - il primo dell'ordine dei presbiteri, Godfried Daneels - farà una preghiera, mentre il decano, il primo dell'ordine dei vescovi, Angelo Sodano, gli consegnerà l'anello del pescatore su cui sarà rappresentato San Pietro con le chiavi. "Non sarà d'oro", ha precisato padre Lombardi in conferenza stampa. Il bozzetto dell'anello era stato realizzato dall'artista Manfrini durante il pontificato di Paolo VI. L'ultimo rito, prima della cerimonia, sarà "l'omaggio di obbedienza da parte dei presenti al nuovo papa". Per rendere il rito "un po' semplice", saranno scelti, in rappresentanza di tutto il collegio cardinalizio, "sei cardinali, due per ognuno degli ordini dei vescovi, presbiteri, diaconi", ma ancora non è nota la loro identità. L'omelia: possibili aggiunte a braccio. Le letture e le preghiere della messa di domani in Piazza San Pietro saranno quelle della giornata in cui viene celebrata, cioè quelle di San Giuseppe che si festeggia appunto il 19 marzo. Padre Lombardi ha spiegato che in genere il Vangelo viene cantato in latino e greco, per sottolineare l'unità dei cristiani di oriente e occidente. "In questo caso - ha aggiunto - si è optato per il greco "perché di latino ce n'è già molto". I concelebranti saranno circa 180: tutti i cardinali presenti a Roma, elettori e non. Tra loro anche i patriarchi, gli arcivescovi maggiori non cardinali, due generali degli ordini religiosi, dei gesuiti e dei francescani. La celebrazione dovrebbe durare due ore, secondo il maestro delle cerimonie. L'omelia sarà in italiano. "Cercheremo di dare il testo", ha spiegato padre Lombardi. Ma, visti i precedenti di papa Francesco - con i suoi discorsi a braccio - ha consigliato ai giornalisti di seguire con attenzione tutte le sue parole. A concludere la messa, come tra tradizione, sarà il "Te Deum". Le altre religioni. Saranno 33 le delegazioni di altre chiese e comunità cristiane presenti alla messa. Per la prima volta il patriarca ecumenico Bartolomeo I parteciperà ai riti dell'inizio di un pontificato. Tra le altre delegazioni, ha aggiunto padre Lombardi, particolarmente importante è quella ebraica che conta 16 delegati. Le delegazioni internazionali. Sono 132 le delegazioni dei Paesi e delle organizzazioni internazionali che finora hanno comunicato la loro presenza alla Messa di inizio pontificato di Papa Francesco. La più numerosa sarà quella argentina. Per l'Italia, oltre al capo dello Stato Napolitano, ci saranno Monti e i neopresidenti delle Camere Grasso e Boldrini.

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Papa Francesco ha deciso di conservare lo stemma della sua nomina a vescovo (uno scudo con un fondo azzurro, il monogramma di Gesù, una stella che ricorda la sua devozione mariana e un fiore di nardo che rappresenta San Giuseppe). E conserverà anche lo stesso motto episcopale "Miserando atque eligendo": è la frase latina del Vangelo di Matteo che descrive l'atteggiamento di Gesù verso il pubblicano (considerato un pubblico peccatore). "Lo guardò con misericordia e lo scelse". "Non c'entra con la dittatura". A poche ore dall'inizio del pontificato, dall'Argentina arriva una presa di posizione ufficiale che non potrà che rallegrare Bergoglio. Il presidente della Corte Suprema di Giustizia argentina, Ricardo Lorenzetti, in un'intervista radiofonica ha detto che Papa Francesco "è una persona assolutamente innocente" e non è stato sospettato di nessuna complicità con le violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura militare". "Al di là del fatto che ci sia gente che non è d'accordo, o che dice che potrebbe aver fatto una cosa o l'altra, resta il fatto certo che non esiste nessuna accusa concreta contro l'ex cardinale".

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view post Posted: 2/1/2013, 19:34     +1PATO e BARBARA BERLUSCONI: l'ultima notte prima di partire - Sport


Pato e Barbara:
l'ultima notte prima di partire.


Capodanno con Barbara Berlusconi prima di partire per il Brasile. Pato ha trascorso la notte di San Silvestro con la fidanzata in un locale di Courmayeur e ha postato on line questa foto (retwittata da Barbara). I due sembrano molto affiatati anche se stanno per dividersi. Il giocatore del Milan, infatti, è a un passo dalla firma col Corinthians che lo porterebbe a giocare in Brasile. In spoiler il profilo Twitter di Barbara Berlusconi.


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view post Posted: 12/12/2012, 19:39     Jimmy, un rinoceronte per amico - Animals


Zimbabwe:
Jimmy, un rinoceronte per amico.



Lo ha salvato, allevato e rimandato nella savana. Ma lui torna sempre a trovarla. Questa è la storia di un rinocerente nero salvato nel 2007 quando la mamma venne uccisa dai bracconieri. David Hulme, un fotografo inglese, lo trovò vicino al corpo della madre e lo portò in salvo nella fattoria in Zimbabwe di Anne e Roger Whittal che gestiscono una riserva privata per il recupero di animali feriti. Jimmy ora è cresciuto e pesa più di due tonnellate. E' tornato nel suo ambiente naturale ma non dimentica Ann che va regolarmente a trovare affacciandosi alla piccola finestra della cucina della fattoria. (Foto Caters / Milestone)

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view post Posted: 16/11/2012, 13:05     +2ALEXEY TISHCHENKO e gli scatti del leone incastrato in Kenia - Animals


E il giovane leone restò incastrato...
eccezionali scatti in Kenya.






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Un giovane leone balza tra i rami. E lì rimane incastrato. Un momento di panico quando si rende conto di essere finito in una posizione difficile. L'autore di questa eccezionale sequenza è Alexey Tishchenko, 41 anni, appassionato di fotografia di nazionalità russa. La sequenza è stata scattata in Kenya, nel Masai Mara National Park.


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view post Posted: 10/10/2012, 20:44     L'immagine del giorno - NEWS


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Un cucciolo di tapiro gioca con la sua mamma in un recinto del Ramat Gan Safari di Tel Aviv.

view post Posted: 5/10/2012, 19:03     +1IVAN PUIG: il Maggiolino affonda nel pavimento - NEWS


Il Maggiolino
affonda nel pavimento.



Ecco la spettacolare installazione dell'artista spagnolo Ivan Puig: un Maggiolino che sembra sprofondare in un pavimento liquido. In realtà si tratta di una macchina tagliata in due, appoggiata sapientemente su un pavimento coperto da un particolare lattice per mascherare le giunture. L'effetto è comunque notevole.

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view post Posted: 3/10/2012, 22:33     +1Ajax-Real Madrid 1-4: Cristiano Ronaldo è una furia - Sport


Ronaldo incontenibile.
Real show ad Amsterdam.






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La squadra di Mourinho vince 4-1 in casa dell'Ajax con tripletta di CR7.

Una serata distensiva: il Real Madrid vince all'Amsterdam Arena, si porta in testa al gruppo D sfruttando anche il pari tra City e Dortmund, spegne (almeno per il momento) la polemica Mourinho-Ramos e può pensare al Clasico di domenica sera con l'atteggiamento giusto: il Barcellona è già a +8, al Camp Nou sarà battaglia. Lo stato di forma generale, dopo l'avvio a stento nella Liga, è buono. Contro l'Ajax è una prova di forza dei Blancos, che chiudono con quattro gol, nonostante la scarsa concretezza in avvio di partita. Qualche numero, per dare l'idea: dopo un quarto d'ora il tabellino dei tiri totali segna 10-0 a favore del Real; all'intervallo siamo 24-3. E' la serata di Cristiano Ronaldo, che si porta a casa il pallone dopo la tripletta, e di Benzema, a segno con una gran semirovesciata. Ma anche di Kakà, che ha regalato un'ora di grande qualità. Il grande quesito del prepartita in terra spagnola è: giocherà Sergio Ramos, dopo la polemica con Mourinho? Il difensore, escluso contro il City e al centro del caso Mou-Ozil, dopo aver indossato la maglia del tedesco, appena rimproverato dal tecnico, è regolarmente in campo. A riposare sono invece Di Maria, Modric e Khedira. Alle spalle di Benzema ci sono Ronaldo, Kakà e Callejon.

ASSEDIO
— Il protagonista del primo tempo è il portiere dell'Ajax, Kenneth Vermeer, bravo a opporsi con un'uscita decisa al sinistro di Ronaldo (14'), a una doppia occasione Kakà-Benzema (16') e a Marcelo (38'). Aggiungiamoci un colpo di testa di Ramos e un sinistro al volo di Ronaldo, entrambi fuori di poco, ed è chiarissimo l'andamento del match. Kakà è illuminato, regala assist e giocate che ricordano i bei tempi. L'Ajax si fa vedere in un'unica occasione, quando Van Rhijn, di testa, non sfrutta un'uscita a vuoto di Casillas sul primo corner per gli olandesi (31'). Eppure il vantaggio del Real arriva soltanto al 42': progressione di Benzema a sinistra, Alderweireld lasciato sul posto, e palla che arriva a Ronaldo dopo un rimpallo. Per il portoghese è un gioco da ragazzi firmare il vantaggio, ma l'azione è probabilmente viziata da un fallo in partenza.

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BOTTA — La ripresa si apre in discesa per la squadra di Mou: altro assist di Kakà e gran semirovesciata di Benzema per lo 0-2 dopo 3 minuti. A questo punto gli spagnoli si rilassano un po'. Forse l'atteggiamento è voluto: lasciare palla all'avversario, per poi sfruttare gli spazi in velocità. O forse la testa è già al Camp Nou. Fatto sta che l'Ajax prende fiducia e accorcia le distanze sul secondo angolo della sua partita grazie a un errore in fotocopia di Casillas: uscita a vuoto e porta sguarnita per il tap-in di Moisander sul secondo palo. La squadra di Frank De Boer insiste e sfiora anche il pari, con il giovane Hoesen, classe '91 che, al debutto in Champions, paga l'emozione mandando alto a due passi dalla linea di porta. A quel punto però, il Real smette di scherzare e in due minuti (34' e 36') chiude la partita. Lo show finale è tutto di Ronaldo: gran destro da fuori dopo il doppio scambio con Benzema e pallonetto morbido su assist di Ozil (entrato al posto di Kakà). Prossimo avversario, il Borussia Dortmund, il 24 ottobre. Ma prima c'è il Barcellona.
view post Posted: 15/9/2012, 21:10     +3MANCHESTER UTD 2012-2013: la stagione dei Red Devils - Sport


United down Wigan
with second-half blitz !






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Old Trafford – Manchester United 4 (Scholes 51, Hernandez 63, Buttner 66, Powell 82) Wigan Athletic 0.

Four goals in an inspired second-half showing gave Manchester United a comprehensive 4-0 victory over Wigan Athletic in their Premier League encounter at Old Trafford. A missed spot kick from Javier Hernandez in the fifth minute after a very dubious penalty was awarded left the match goalless at half-time, but goals from Paul Scholes, Hernandez and debutants Alexander Buttner and Nick Powell gave United all three points. It was a landmark day for three United players: Scholes made his 700th appearance for United, Ryan Giggs became the first player to feature in 600 Premier League games, and Rio Ferdinand hit the 400 mark, and it would prove to be a fine afternoon for all three after an unconvincing first-half showing from the hosts. Robin Van Persie and Shinji Kagawa were both confined to the bench for United as Sir Alex Ferguson handed a debut to defender Buttner at left-back and Danny Welbeck and Hernandez were paired together in attack. Anders Lindegaard was again preferred to the dropped David de Gea between the posts, and the Dane was left flat-footed early on as Ivan Ramis rose above Ferdinand to head narrowly wide of the far post from a corner. Welbeck was very lively early on, and he won his side a penalty in just the fifth minute as he stormed forward and took a dramatic fall as Ali Al Habsi closed him down. Replays showed that there was little or no contact, and Wigan were furious with the decision from referee Michael Oliver. The visitors’ sense of injustice did not last long, however: Hernandez planted a dismal penalty tamely to Al Habsi’s left, and the Oman goalkeeper was able to make a comfortable save down low with the Mexican left to bemoan his effort.

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United, who had won all 14 meetings in all competitions with Wigan prior to their defeat in April last season, did not have things all their own way in the first half as striker Arouna Kone fluffed his kick at the back post after the excellent Jean Beausejour curled over a pinpoint cross. Nani and Welbeck each managed to get in behind the Wigan back four courtesy of sublime through balls from Scholes, but the Portuguese was too cute with an attempted chip which drifted over the bar, while the latter was denied by an impeccable last-ditch challenge from Maynor Figueroa. Neither manager made any changes at the break, and Wigan continued where they left off in the second half, building from deep and breaking at pace with Beausejour and Kone using their speed to good effect, stretching the United back four. But Scholes marked his landmark match with a tap-in from the six-yard box after a fine cross from Nani which Al Habsi could only parry to the midfielder. It was the 37-year-old’s 155th goal for the club, and turned the match decisively the way of the home side. Just seconds later, Nani roared down the right once more and cut the ball back for Welbeck, whose first touch left him with his back to goal, and his inventive overhead kick just drifted the wrong side of the far post. Roberto Martinez introduced Jordi Gomez at the expense of Shaun Maloney on the hour mark in an attempt to inspire a fightback from his side, but United continued to dominate the play from midfield, and they made it two as Wigan lost their composure in the penalty area.

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Welbeck won the ball back for the hosts superbly in the Wigan box, before debutant Buttner's shot was turned past Al Habsi by Hernandez, who was played onside as he stole in to grab an opportunist goal. Minutes later, it was game over as the provider turned goalscorer: Buttner rampaged down the left and brushed past both Boyce and Ramis before driving a low shot past the helpless Al Habsi. It was an inspired strike from the defender. The old guard were withdrawn after 71 minutes as Scholes and Giggs made way for 18-year-old Nick Powell and Van Persie, who had scored four goals from just six shots on target so far for United before the game and netted a staggering 52 goals in his last 58 Premier League games. Van Persie missed from close range two minutes later as Nani forced his way down the right once more and cut the ball back, but the Dutchman got his feet tangled up and failed to convert from the six-yard box as Al Habsi swooped to gather. But Powell added more gloss to the scoreline in the 82nd minute. Wigan failed to clear a loose ball on the edge of their own box, and Hernandez found Powell who jinked inside a challenge from Caldwell with real poise before firing an emphatic finish inside the near post. Ferguson called for his side to be more solid defensively before the match, and he could hardly have wished for a more convincing display from his side at both ends of the field ahead of the Champions League clash with Galatasaray on Wednesday.

MAN OF THE MATCH
Paul Scholes – Manchester United: On his 700th appearance, it was the midfielder who broke the deadlock with an opportunist close-range finish, and his creativity from deep that kept Wigan on the back foot for most of the game.

PLAYER RATINGS
MANCHESTER UNITED: Lindegaard 6, Rafael 6, Ferdinand 6, Vidic 6, Buttner 8, Nani 7, Scholes 8, Carrick 7, Giggs 7, Hernandez 7, Welbeck 7. Subs: Van Persie 6, Powell 7, Evans 6.

WIGAN: Al Habsi 6, Boyce 5, Caldwell 6, Ramis 5, Figueroa 6, Maloney 5, McCarthy 6, McArthur 6, Beausejour 7, Kone 6, Di Santo 5. Subs: Jones 6, Gomez 6.
view post Posted: 25/6/2012, 19:05     +1LAWRENCE EDMONDS' cathedral licking tour in England - NEWS


Tongues of praise.
Cathedral licking tour of England.



MADCAP Lawrence Edmonds has visited 42 of England’s Anglican cathedrals — and LICKED every one.

Lawrence, 26, made his 5,000-mile pilgrimage to win a pub bet with a pal. The 13-month tour took him across the country to cathedrals including Durham, Guildford, Derby, York, Winchester, Chelmsford and Lincoln.

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Religious habit ... Lawrence Edmonds licking another cathedral.


English Heritage worker Lawrence, from London, now plans to carry on licking in Scotland, Ireland and Wales. He said: “We’ve no idea why the bet was centred on licking cathedrals — it just was. I’ve tasted a lot of new places.”.


Bradford




Bristol




Chelmsford




Chester




Exeter




Gloucester




Hereford




Lichfield




Liverpool




Newcastle




Peterborough




Salisbury




St Edmundsbury




Wakefield




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view post Posted: 27/5/2012, 19:51     +1Giro d'Italia 2012 - Sport


Hesjedal vince il Giro:
Scarponi è quarto.






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Per la prima volta in oltre cento anni di storia, il Giro d'Italia è vinto da un canadese: Ryder Hesjedal conquista la Corsa Rosa 2012 davanti a Joaquin Rodriguez e Thomas De Gendt. Scarponi dà tutto, ma è giù dal podio. La crono di Milano è vinta da uno straordinario Marco Pinotti...

Hesjedal, Rodriguez e De Gendt. Questi i primi tre del Giro d'Italia 2012: podio tutto straniero, così come non si verificava dal 1995 (Rominger, Berzin, Ugrumov) e come prima ancora era successo solo altre tre volte, nel 1972, nel 1987 e nel 1988. Il primo degli italiani è Michele Scarponi, che perde il podio proprio l'ultimo giorno. Sempre in occasione dell'ultima cronometro cambia anche la maglia rosa, che passa dalle spalle di Rodriguez a quelle del primo canadese di sempre vincitore del Giro d'Italia, Ryder Hesjedel. E anche questo è un fatto storico, con il simbolo del primato che cambiò padrone solo in un'altra occasione prima di questo 2012: era il 1987 quando Francesco Moser vinse la crono finale di Verona e passò Fignon proprio nell'ultima tappa.

IL GIRO D'ITALIA DI RYDER HESJEDAL - Per la prima volta nella storia del Giro d'Italia, la Corsa Rosa va a un canadese, bravissimo nel resistere in salita e abile nel gestirsi nella cronometro di Milano, per specialisti sì, ma solo nella parte iniziale. Hesjedal, che aveva già vestito la maglia rosa in occasione della 15esima tappa, chiude la tappa milanese in 34'15'', sesto posto a 1'09'' da Pinotti e - soprattutto - 47'' più veloce di Joaquin Rodriguez. Lo spagnolo lotta fino alla fine, ma non può nulla, su un terreno non "suo" che comunque lo vede combattere per tutti i 28.2 km previsti dal tracciato.

SCARPONI GIU' DAL PODIO: 3^ DE GENDT - Milano assegna la rosa, ma non solo. La cronometro conclusiva del 95esimo Giro d'Italia della storia è decisiva anche per la composizione del podio, che per la prima volta dal 1995 non vede nemmeno un italiano tra i primi tre. Scarponi, il migliore tra i nostri portacolori, completa la prova in 35' tondi tondi, ma De Gendt - autore di una vera e propria impresa sullo Stelvio un giorno prima - si conferma ottimo cronoman con il quinto posto assoluto alle spalle di specialisti del calibro di Thomas, Sergent e Rasmussen. Per il belga, che aveva iniziato la prova anche con qualche speranza di vittoria della generale, alla fine arriva il terzo posto: il Belgio torna così sul podio di un grande giro dopo 17 anni, l'ultima volta nel 1995 con Bruyneel terzo alla Vuelta. Per l'ultima volta al Giro d'Italia bisogna invece andare ancora più indietro: al 1978 con il trionfo di Johann De Muynck.

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GLI ALTRI: BASSO E CUNEGO - Partivano da Milano rispettivamente con la quinta e la sesta posizione: piazzamenti invariati in classifica generale per Ivan Basso e Damiano Cunego dopo la cronometro di Milano. Il varesino chiude 28esimo, a 2'06'' dal vincitore, mentre Cunego è 49esimo a 2'37''. Poco male, la posizione nella generale è salva, con Rigoberto Uran (maglia bianca) che chiude al settimo posto, a 5'57'' da Hesjedal e poco prima di Domenico Pozzovivo: lo scalatore tascabile della Colnago, vincitore a Lago Laceno ma a cui sono mancate le gambe nelle ultime due tappe dolomitiche, è ottavo, a 6'28'' dalla maglia rosa. Quattro italiani nei primi otto: un buon bilancio, se non fosse che nessuno di loro è finito sul podio.

MILANO E' DI PINOTTI - L'aspettava da oltre un anno. Il successo di Milano è desiderato, atteso e coccolato: impossibile non centrarlo, soprattutto per un ingegnere come lui. Calcolatore e maniaco della perfezione, Pinotti copre i 28.2 km previsti in 33'06'' a oltre 51km/h di media. Il secondo, Geraint Thomas (Sky), è lontano 39'', il terzo (Jesse Sergent) addirittura 53''. Dal neozelandese della RadioShack in poi sono minuti per tutti. La ruota, nello sport così come nella vita, gira. E quella di Pinotti è una grande vittoria: lo scorso anno il suo Giro si era chiuso in barella, dodici mesi più tardi l'unico sorriso a Milano dell'Italia del pedale è invece proprio il suo.

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LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI:

Ryder Hesjedal: "E' un'esperienza incredibile, una gioia troppo grande da poter esprimere, per me e per la squadra. Man mano che passavano i giorni ci abbiamo creduto sempre più, io mi sentivo sempre meglio e sono contento di aver centrato un risultato che all'inizio del Giro d'Italia sembrava impossibile. Ma devo ammettere che ho iniziato a credere nella maglia rosa solo negli ultimi 5km di Milano. Le lacrime sul podio? E' davvero il realizzarsi di un sogno. Ringrazio tutti, i tifosi e la squadra che mi hanno sempre sostenuto".

Marco Pinotti: " E' un anno che aspettavo di fare questa prova. L'anno scorso ho lasciato il Giro in barella quindi avevo molta voglia di fare bene. Nell'ultima settimana ho provato a recuperare le energie come ho fatto quattro anni fa. Nessun italiano sul podio? Da qualche anno la corsa è sempre più internazionale; ogni squadra ha portato corridori in ottime condizioni e questo forse è un bene per il Giro".

Ivan Basso: "Hesjedal? Lo ha strameritato. Lui e Rodriguez sono stati gli atleti che hanno meritato maggiormente durante queste tre settimane. E' giusto così. Posso assicurare che questo non sarà il mio ultimo Giro d'Italia da protagonista; il mio funerale sportivo lo celebreremo tra un po'. Se sono mancato nel finale? Quando ho vinto, ho vinto con questa tattica quindi non potevo sapere che avrei avuto una flessione nel finale. Purtroppo non sono riuscito a stare con i migliori e questo ha determinato una classifica non in linea con le aspettative che c'erano alla vigilia. Il Tour de France? Sì, ci andrò. A prescindere da questo Giro d'Italia era già nei programmi. Io credo che Vincenzo (Nibali, ndr) possa puntare sicuramente al podio".

Michele Scarponi: "Non sono venuto al Giro con l'ambizione di fare primo tra gli italiani. Ero partito con l'1 e oggi non volevo scendere dal podio. Volevo un Giro da protagonista, ho combattuto in tutte le tappe più importanti. Sono deluso. Non meritavo di scendere dal podio, con tutto il rispetto per Hesjedal e Rodriguez. Anche se nella tappa di Cortina, se non avessi avuto problemi, potevo guadagnare e non difendermi. Se ho qualcosa da recriminarmi? No, forse c'è qualcosa che poteva andare meglio, ma va bene lo stesso".

Thomas De Gendt: "Con Hesjedal a quasi 1'50'' era davvero impossibile andare a prendere la maglia rosa, anche perché poi Rodriguez è andato molto forte. Io sono molto soddisfatto del mio terzo posto, era inaspettato, e proprio per questo sono ovviamente contentissimo di questo risultato".

Damiano Cunego: "La Lampre ha disputato un Giro impeccabile, abbiamo movimentato la corsa come nessun'altra squadra ha fatto. Nella tappa dello Stelvio ho avuto ordine dall'ammiraglia di stare a ruota di De Gendt, poi lui sull'ultima salita ha avuto una marcia in più, niente da dire. Il mio sesto posto? Ho provato ad andare all'attacco per mettere in ginocchio gli avversari, ma non ce l'ho fatta. L'obiettivo era quello di fare colpo pieno con Michele (Scarponi, ndr), ma le corse sono così, a volte si vince e a volte si perde. Sul podio in un grande giro? Me lo auguro, ma il ciclismo di oggi ti impegna davvero tanto, bisogna scegliere le corse da fare".

Mark Cavendish: "Il Giro d'Italia è un qualcosa di speciale per me, ho questo Paese nel cuore e sicuramente sarò qui anche l'anno prossimo. Il Duomo di Milano è bellissimo, la gente del Giro è fantastica. La maglia rossa? Peccato, ma le corse in bici vanno così. Sono contento per Rodriguez (vincitore della classifica a punti, ndr) perché oggi ha perso la rosa. Almeno con la rossa si consola".

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view post Posted: 26/5/2012, 19:16     Giro d'Italia 2012 - Sport


De Gendt si prende lo Stelvio:
ora a Milano !






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Il belga della Vacansoleil vince la 20ma tappa del Giro d'Italia con un'azione di altri tempi su Mortirolo e Stelvio. Cunego, bravissimo, è secondo, mentre terzo chiude Nieve. Scarponi ci prova, ma chiude quinto dietro Rodriguez, che tiene e attacca nel finale. Hesjedal favorito in vista della crono.

Mancano 30 km all'assegnazione della maglia rosa: più o meno lo stesso numero di secondi (31) che dividono il primo in classifica generale, Joaquin Rodriguez, dal secondo, Ryder Hesjedal. Milano deciderà il Giro d'Italia: ma la lotta non è a due, forse sarà a tre (e non ce ne voglia l'attuale terzo, Michele Scarponi), perché la tappa dello Stelvio ci suggerisce un altro nome. Quello di Thomas De Gendt, belga della Vacansoleil che vince l'ultimo tappone dolomitico e rientra prepotentemente in corsa almeno per il podio.

RABOTTINI E' MAGLIA AZZURRA - Il Giro d'Italia 2012 sarà sicuramente ricordato per la maglia azzurra di Matteo Rabottini. La classifica degli scalatori premia questo ragazzo di 24 anni della Farnese che, insidiato dalla pericolosa rimonta di Pirazzi, va in fuga insieme ad altri 13 corridori fin dal km 22 e transita per primo sui primi tre Gpm di questa giornata, Tonale, Aprica e Teglio. La maglia azzurra, colore che quest'anno ha sostituito lo storico verde, è matematicamente sua.

GUARDINI ESPULSO - Non era mai capitato nelle precedenti 94 edizioni del Giro d'Italia, ma c'è sempre una prima volta. Andrea Guardini viene espulso dalla corsa per aver sfruttato troppo a lungo la scia della sua ammiraglia lungo la discesa del Tonale. A un giorno e mezzo dalla fine del suo primo Giro d'Italia, il vincitore della tappa di Vedelago deve quindi abbandonare la corsa. "Sono amareggiato - dirà -. E' una decisione della giuria che accetto, rispetto, ma non condivido. Ci sono situazioni di corsa dove serve la scorta tecnica, io sulla discesa del Tonale avevo bisogno dell'ammiraglia davanti per evitare rischi inutili".

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IMPRESA DI DE GENDT: CUNEGO ALL'ATTACCO - Il belga della Vacansoleil trova strada facendo l'importante collaborazione del compagno di squadra Matteo Carrara, oltre che del duo dell'Euskaltel Euskadi, Izaguirre-Nieve. Su di loro si riporterà poi anche Damiano Cunego, che sul Mortirolo scollina con una decina di secondi di ritardo rispetto al gruppo maglia rosa, ma che ha poi la forza di riprendere i migliori in discesa e di andarsene a sua volta. Il gruppetto - cui si aggiungono alcuni reduci dell'attacco del mattino e Zaugg, a lungo in fuga da solo ma poi ripreso pochi km prima dello Stelvio - procede di comune accordo: tirano soprattutto Izaguirre e Carrara, ma tanto basta per far lievitare il vantaggio nei confronti del gruppo maglia rosa.

SCARPONI UNICO A PROVARCI - Tra i big della classifica non vi è intesa: nessuno tira, nessuno vuole prendersi la responsabilità dell'inseguimento. Una volta sullo Stelvio, De Gendt fa il vuoto, saluta Cunego e Nieve, gli ultimi ad arrendersi, e procede da solo. Il vantaggio del corridore belga sale, quasi fino a coprire interamente i 5'40'' che lo separano dalla maglia rosa. Poi dietro i big decidono che è ora di muoversi se non vogliono che le tre settimane di corsa si decidano così. A tirare è soprattutto Hesjedal: a un chilometro dall'arrivo attacca Scarponi, ancora una volta l'unico a provarci, con il marchigiano della Lampre che prende una ventina di metri a Rodriguez ed Hesjedal. Basso, Uran e Haeno sono al gancio, Pozzovivo crolla. La maglia rosa resiste, sale regolare e nel finale attacca a sua volta il canadese, che comunque resiste e non deraglia. Rodriguez si riporta su Scarponi, lo passa come sull'Alpe di Pampeago e chiude quarto a 3'22''. Poco prima erano arrivati Cunego, secondo a 56'', e Nieve, terzo a 2'50''. Primo, a dimostrazione del fatto che se si vuole vincere il Giro a volte bisogna anche rischiare di perderlo, è Thomas De Gendt, autore di un numero di altri tempi che lo vede rientrare adesso pericolosamente in classifica generale. Hesjedal si difende ancora una volta bene, mentre cedono definitivamente Basso e soprattutto Pozzovivo.

IN VISTA DELLA CRONOMETRO - I ritardi sono importanti, e traslati sulla classifica generale dicono che alla vigilia della cronometro di Milano la maglia rosa di Joaquin Rodriguez è tutt'altro che al sicuro. Lo spagnolo della Katusha ha da gestire appena 31'' di vantaggio nei confronti di Ryder Hesjedal, più forte di lui nelle corse contro il tempo. Scarponi, nuovo terzo in graduatoria, è a 1'51'' dalla rosa, ma più che guardare avanti deve stare attento a chi c'è dietro: proprio quel Thomas De Gendt (ora 4° a 2'19'') che ha scosso il Giro sullo Stelvio e - tra i big della corsa - è decisamente quello che va meglio a cronometro.

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LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI:

Thomas De Gendt: "La salita del Mortirolo era molto pericolosa quindi volevo essere primo in discesa. Poi Carrara ha iniziato ad andare velocissimo, poi Nieve e il suo compagno hanno dato tutto e siamo arrivati a oltre tre minuti. Sia io sia Nieve volevamo la vittoria, poi sullo Stelvio ho sentito ottime sensazioni, anche grazie agli allenamenti che ho fatto in salita, e ci ho provato. Gli ultimi km sono stati difficilissimi, stavo morendo. Se posso vincere il Giro? Non credo di poter vincere con quel distacco. Forse sul podio..."

Joaquin Rodriguez
: "Hesjedal è il favorito numero uno per vincere il Giro. Io non lo do per perso, ma ho quasi bisogno di un miracolo per vincere. Le due tappe di montagna potrebbero rimanere nelle gambe, ma se siamo realisti dobbiamo dire che lui parte favorito. Se ci credo? Come nella vita, se non ci credessi non correrei nemmeno. Ho fatto 20 giorni a un livello molto buono; a Milano darò tutto. De Gendt? Difficile che riesca a prendermi. Ma nel ciclismo non si sa mai...".

Giuseppe Saronni: "Forse si poteva fare di più, però non so quanto Cunego oggi avrebbe potuto aiutare Scarponi. Si poteva avvisare Damiano, ma a 10 km dall'arrivo, non a 2. Perché nel finale, con il vantaggio che aveva Cunego, o si sedeva sul paracarro, e la cosa sarebbe stata poco sportiva, oppure si lasciava la corsa così com'era. Più generosamente di così Scarponi non poteva correre, piuttosto sono mancati tutti i protagonisti annunciati. E guai a dare per morti corridori come Basso... Scarponi arrabbiato? Era molto affaticato. E, comunque, capisco l'arrabbiatura per non aver guadagnato da Hesjedal e perso da De Gendt, però questi sono gli imprevisti delle corse e nemmeno Cunego, nel finale, avrebbe potuto aiutarlo".

Andrea Guardini: "La mia esclusione? Ci sono certe situazioni in corsa in cui la macchina deve esserci perché altrimenti è pericoloso. C'è poi da dire che un'ammiraglia davanti nei tornanti danneggia e non avvantaggia. Io però non voglio fare polemiche, accetto la decisione della giuria ma ovviamente non posso condividere".
view post Posted: 26/5/2012, 10:13     +2Prosciutto al forno con insalata di burgul - CUCINA


Prosciutto al forno
con insalata di burgul.



Il burgul è perfetto in insalata perchè i suoi chicchi restano ben sgranati e croccanti!

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Verdure profumate e un pizzico di spezie è tutto ciò che serve per dare vita ai granelli semplici che sono lì per assorbire i sapori, dare consistenza e croccantezza o rendere più nutriente e confortevole un semplice pasto.

Per 4 persone
Tempo di preparazione: 45 minuti


INGREDIENTI:

10 cipollotti
1 cucchiaio di aceto balsamico
1 cucchiaio di olio d’oliva
1 cucchiaio di zucchero
500 g di pomodorini
90 g di burgul
1 cucchiaino di cumino
1 limone
2 cucchiai di extravergine
2 manciate di prezzemolo
8-12 fette di prosciutto al forno




PREPARAZIONE:

Riscalda il forno a 180°C. Monda i cipollotti e tagliali a metà per il lungo. Mescolali in una ciotola con l’aceto, l’olio d’oliva e lo zucchero finché sono ben conditi. Stendili in una teglia da forno rivestita di carta stagnola e infornali per 25 minuti, o finché prendono un colore dorato scuro.

Aggiungi i pomodorini nella teglia e arrostisci per altri 5 — 10 minuti, o finché le bucce cominciano a rompersi. Sfornali. Metti il burgul e il cumino in una terrina e copri con 125 ml di acqua bollente. Lascia riposare per 10 minuti, per permettere ai chicchi di assorbire l’acqua.

Aggiungi i cipollotti e i pomodorini arrostiti, la scorza grattugiata e il succo del limone, l’olio extravergine d’oliva e il prezzemolo tritato. Insaporisci a piacere con sale e pepe nero macinato fresco e mescola bene. Distribuisci le fette di prosciutto in quattro piatti e sistemaci sopra l’insalata a cucchiaiate.
view post Posted: 25/5/2012, 19:40     Giro d'Italia 2012 - Sport


Riscatto Kreuziger,
ma Hesjedal è super.






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Il ceco dell'Astana vince la 19esima tappa di questo Giro d'Italia davanti a un sorprendente Ryder Hesjedal e a Joaquin Rodriguez. Scarponi, che accende la corsa nel finale, chiude quarto, Pozzovivo quinto. Basso accusa gli ultimi km ed è sesto: il varesino cede 55'' e terzo posto nella generale...

Guardate bene la smorfia di Ryder Hesjedal sul traguardo della 19esima tappa del Giro d'Italia 2012: vi sembrerà sofferenza, in realtà è il ghigno di chi sa di aver "preso in giro" tutti quelli che pensavano crollasse da un momento all'altro e che, invece, nel momento della verità, ha messo la sua bicicletta davanti a quelle dei suoi avversari. Il secondo tappone dolomitico del Giro d'Italia ha due vincitori: questo lungagnone canadese di 1.90 e Roman Kreuziger, che riscatta alla grandissima la giornata negativa vissuta a Cortina.

IL CORAGGIO DI PIRAZZI - Tra i 17 uomini che vanno in fuga fin dall'11esimo km di corsa c'è anche Stefano Pirazzi. Il corridore della Colnago riapre il discorso "maglia azzurra" andando a vincere quattro dei cinque Gpm in programma previsti da questo secondo tappone dolomitico. Pirazzi saluta i compagni di fuga lungo la prima ascesa verso l'Alpe di Pampeago: con lui resta solo il francese Casar, e insieme completeranno il Passo Lavazè prima di affrontare l'ultima salita di questa terribile giornata.

LA RISCOSSA DI KREUZIGER - Nel gruppo maglia rosa qualcosa comincia a muoversi. Basso, come fa d'altronde dall'inizio di questo Giro d'Italia, mette la sua Liquigas a tirare. Ad attaccare, proprio sul Lavazè, è però Kreuziger (Astana), ormai fuori classifica e che scatta con il chiaro intento di riscattare la giornata storta di Cortina lanciandosi alla ricerca della prima vittoria di tappa in un grande giro. Il ceco, che fa a tutta la discesa e poi scarica sulla bicicletta tutta la rabbia dei giorni passati sull'ultima salita, raggiunge uno a uno tutti i fuggitivi di questa lunga giornata: Pirazzi è l'ultimo ad arrendersi, ma non può tenere la ruota del ceco. Che ne ha di più, resiste al ritorno dei big della corsa e vola a vincere una delle tappe più importanti di questo Giro d'Italia.

SCARPONI ACCENDE LA MICCIA - A 4 km dall'arrivo finalmente si muovono anche i big della corsa. Il primo allungo è di Basso, dopo che il gran lavoro di Caruso (prima a sfiancarsi erano stati Capecchi e soprattutto Agnoli), ma il tentativo del varesino è timido. A prendere l'iniziativa è allora Scarponi, che accelera una volta, poi una seconda e infine una terza: piano piano si staccano tutti, non Hesjedal, che a sorpresa contro-attacca il marchigiano proprio sotto la linea dell'ultimo chilometro.

RODRIGUEZ TIENE, MA OCCHIO A HESJEDAL - Scarponi non ne ha più e si pianta, Hesjedal capisce che è il momento decisivo del suo Giro e affonda le pedalate. Chiuderà secondo, a 19'' dal bravissimo Kreuziger. Rodriguez, che si gestisce alla grandissima nei 4 km finale non rispondendo agli attacchi di Scarponi, riprende e passa il capitano della Lampre proprio sul traguardo: per lui un ritardo di 32'', che diventano 19 di vantaggio su Hesjedal in classifica generale. La maglia rosa è ancora sulle sue spalle, ma ora il favorito di questo Giro diventa proprio il canadese, che dalla sua ha la cronometro di Milano. Gli altri: Scarponi è quarto a 35'', ma è anche l'unico che ha provato a fare qualcosa, Pozzovivo quinto a 49'', Basso sesto a 55'. Il varesino della Liquigas, che scivola al quarto posto della generale, è il vero sconfitto di questa seconda giornata sulle Dolomiti.

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LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI:

Michele Scarponi: "Forse sono partito un po' troppo presto. Io però volevo mettere in difficoltà i primi tre della classifica, ecco perché sono partito così in anticipo. Hesjedal sta andando davvero forte, mentre Rodriguez è un grande; si è gestito e mi ha ripreso alla fine. Domani è un'altra giornata, vedremo".

Domenico Pozzovivo: "E' stata dura tutta la tappa, una frazione con un dislivello importantissimo. Ci sono stati tanti scatti sull'ultima salita, io ho preferito andare su regolare per evitare di saltare. Servivano le gambe? Le avevo, ma c'era chi era più in forma di me".

Roman Kreuziger: "E' la mia prima vittoria in un grande Giro, sono molto contento. Mi spiace molto per Cortina, perché sono venuto qui per fare classifica e non per vincere una tappa. E' arrivata la gioia di un giorno e mi prendo questo. Senza Cortina? Non mi avrebbero lasciato andare...".

Joaquin Rodriguez: "Eravamo noi quelli che dovevano staccare Ryder e invece è stato lui a dare una lezione a tutti noi. E' andato fortissimo, davvero complimenti. Vincere il Giro d'Italia adesso è una cosa sua, se domani si gestisce bene poi a cronometro non dovrebbe avere problemi. L'ultima salita? E' stata difficilissima; Scarponi scattava troppo, ho provato ad andare più regolare con Pozzovivo e uscire nel finale. Hesjedal? Se anche domani mostra questa gamba è finita, o sbaglia qualcosa o ha vinto".

Ivan Basso: "Hesjedal ha dato la dimostrazione di essere il più forte. Tutti pensavano di poterlo staccare e invece ha staccato lui noi. Quando uno è più forte bisogna fargli i complimenti. La tappa di domani, dove spero per me possa andare molto meglio, lascia comunque tutto aperto anche se lui ha messo una seria ipoteca su questo Giro. Gli attacchi di Scarponi? Non ero in una cattiva giornata, quelle azioni mi hanno messo molto in difficoltà. Quando ho capito che non sarei riuscito a rispondere ho preferito salire con il mio passo per evitare di perdere troppi secondi".

Enrico Gasparotto
: "L'obiettivo era di cercare di fare il meglio possibile. Sono contento per Kreuziger, perché quest'anno con lui ho condiviso un sacco di ritiri e so quanto ha sofferto per la giornata difficile di Cortina. Ho letto tante cose brutte su di lui e sono contentissimo che abbia dato questa risposta. Ma cosa gli era successo? Capita, il ciclismo non è matematica".
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